Giorni fa, rovistando nei vecchi scaffali in soffitta, ho trovato in alcune scatole impolverate, vecchi ricordi dei miei genitori, che non ricordavano nemmeno più di avere; c’era di tutto: dei pattini a rotelle consumati, degli stivali di equitazione, un computer vecchissimo con tanti fili. Addirittura ho trovato una vecchia consolle di videogiochi di mio padre. Ma la mia attenzione è stata attirata da un cofanetto nero e lungo. L’ho preso e ho provato ad aprirlo ,ma non ci sono riuscita. Allora ho provato con più forza. Si è aperto, ma ciò che era al suo interno me lo sono ritrovato a terra. Sui miei piedi erano cadute delle vecchissime audiocassette.
«Ma a cosa saranno servite queste audiocassette in passato?» È la prima domanda che mi sono posta, mio padre me le ha tolte di mano e mi ha detto che in ogni audiocassetta c’era «un pezzo di ricordi» del passato di lui e della mamma .
Mi ha fatta sedere sul divano e mi ha raccontato che prima non esistevano le playlist musicali, spotify, le app musicali attuali: qualche decennio fa infatti, lui, come tanti ragazzi della sua epoca, avevano un hi-fi in casa e potevano ascoltare le loro canzoni inserendo questi nastri neri che si rotolavano, si srotolavano… e dopo un po’si rovinavano a furia di ascoltare la canzone del cuore.
Poi intorno agli anni 2000, l’industria musicale iniziò a lamentarsi dei pochi profitti, perché si era diffuso oltre misura il fenomeno della pirateria , poiché duplicare musica senza pagare nulla era un reato .
Ora il posto delle audiocassette l’hanno preso il masterizzatore,internet, gli iPod, Spotify, che hanno rimpiazzato le nostre care audiocassette.
Quello che curiosamente e spontaneamente mi è venuto da chiedere a mio padre è stato: « Ne ascoltiamo allora una con la mamma?»
Mio padre ha preso un’audiocassetta di Vasco che aveva regalato a mia madre tanti anni fa, l’ha inserita nel vecchio hi-fi e hanno iniziato nostalgicamente a ricordare… Giulia Paladini III B