Il 4 novembre si celebra ogni anno in Italia la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e ci si raccoglie insieme a riflettere sotto il cosiddetto “Monumento dei Caduti”, presente in tutte le piazze d’Italia. È un momento solenne, in cui ci sono le diverse autorità locali che ringraziano i soldati di tutte le guerre e che hanno perso la loro vita sui campi di battaglia. È incredibile quanti nomi di soldati siano incisi sui monumenti di ciascuna città o paese d’Italia.
Questa data è stata scelta perché nel 1918 ci fu l’armistizio tra l’Italia e l’Impero austro- ungarico: finiva così la Prima Guerra mondiale, che tanti morti aveva causato. Quest’anno in particolare l’Italia ha celebrato, il centenario della tumulazione del milite ignoto,che avvenne a Roma. Per rendere onore ai moltissimi soldati uccisi in guerra, si selezionarono , infatti nel 1921, 11 salme di soldati ignoti, che nessuno cioè aveva potuto identificare. Tra esse fu scelta una, che fu appunto tumulata a Roma con una solenne cerimonia.
Nella giornata del 7 novembre quest’anno, anche a Surbo noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo “E. Springer”, insieme ai bambini della scuola primaria “V. Ampolo” e con le rispettive dirigenti e i docenti, ci siamo ritrovati nella piazzetta dei Caduti, presso via Diaz, per commemorare tutti i soldati caduti in guerra. C’erano le autorità civili e militari: il sindaco di Surbo, Ronny Trio, l’avvocato Salvatore Vincenti, la rappresentanza religiosa con don Mattia Murra, i Carabinieri con il loro comandante, la Polizia locale e la Protezione Civile.
Il sindaco ha dato inizio alla cerimonia, sensibilizzandoci sull’argomento, per non considerare il 4 novembre una giornata di “festa”, ma di “riflessione”, perché i soldati hanno perso la propria vita in nome della Libertà, un termine che forse per le giovani generazioni, è scontato. Ancora oggi, purtroppo, - ha continuato il sindaco- ci sono Paesi non liberi. A non essere libere sono soprattutto le donne, che non hanno ancora gli stessi diritti degli uomini. Oggi dobbiamo porci con gratitudine nei confronti di tutti quei nomi incisi sul monumento della nostra cittadina. Ma soprattutto il nostro sindaco ha voluto invitarci a stare attenti a tutte le guerre, che non sono soltanto quelle evidenti, “chiassose”, ma anche quelle sotterranee ed invisibili, perché esse uccidono non solo i corpi, ma anche i cuori e le anime. L’augurio è stato quello di assumerci tutti un impegno quotidiano , affinché queste terribili minacce non tornino più.
È intervenuto anche il Presidente del Consiglio Comunale di Surbo, l’avvocato Salvatore Vincenti, che in particolare ha fatto riferimento ai giovani del 1899 che, non ancora ventenni, furono costretti ad andare in una guerra senza conoscerne i veri motivi ed abbandonarono la propria famiglia per sacrificarsi in nome della propria Patria. Il Presidente del Consiglio Comunale ha citato inoltre questa frase di uno scrittore , che ci ha molto colpiti: “Un Paese senza memoria è come un albero senza radici”.
Successivamente è intervenuto il parroco di Santa Maria del Popolo, don Mattia con le parole della preghiera dell’Ordinario Militare, sottolineando infine un’ espressione molto significativa: “la guerra è fratricida” , poiché una guerra non uccide semplicemente uomini, ma soprattutto fratelli.
Conclusi questi interventi, tutti i bambini e i ragazzi presenti hanno espresso il loro pensiero su questo tema attraverso poesie, testimonianze , riflessioni, e attraverso una commovente lettera di un ufficiale alla madre dal fronte.
La nostra classe ha approfondito, oltre che con delle poesie da noi composte a scuola, anche con la rappresentazione artistica di una breve ma intensa poesia di Giuseppe Ungaretti “Soldati” scritta sul retro di una grande foglia su cui avevamo incollato molte foglie secche, lacerate, rovinate e distrutte e mutilate, che rappresentano le vite stroncate dei soldati in guerra, che si immolarono per la libertà.
Grazie a questo incontro, abbiamo compreso che è importante ricordare e commemorare tutti gli uomini che hanno testimoniato il coraggio, sacrificato la propria vita, donando la propria anima e il proprio cuore per la nostra libertà e noi dobbiamo essere grati, trasmettendo questi valori anche alle future generazioni.
(Calamo C.- Ciurlo N. - Longo M- Miggiano M.)
CLASSE III B